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Cinema e sostenibilità: 5 film che parlano di ambiente

29-01-2025

Ecco 5 film che parlano di crisi climatica.

Tema caro al cinema contemporaneo, ma non solo. Di tematiche ambientaliste è ricca anche la filmografia del passato, attenta alle sfide ecologiche che il nostro Pianeta si è trovato e si trova ad affrontare. Basti citare i 36 secondi della veduta Lumière n. 1035, Puits de pétrole à Bakou, che riprendeva un pozzo di petrolio in fiamme, girata dall'operatore Kamill Serf nel 1897 a Baku, nell’Azerbaigian, il primo film ecologista mai realizzato, Certo, negli ultimi anni, i film hanno assunto un ruolo sempre più centrale nella sensibilizzazione delle questioni ambientali.

Opere di fiction ma anche documentari, con il desiderio di creare una maggiore consapevolezza attraverso messaggi più o meno metaforici, più o meno espliciti, ma tutti in grado di informare il pubblico su tematiche cruciali, come la sostenibilità e la protezione dell’ambiente. Abbiamo scelto cinque film realizzati in questo Nuovo Millennio che affrontano la crisi climatica, con la scusa della gabbia dei generi in modo incisivo e coinvolgente.

ERIN BROCKOVICH – FORTE COME LA VERITÀ (2000)

Con due matrimoni falliti alle spalle e tre bambini ancora piccoli da crescere, Erin Brockovich (Julia Roberts) sente di essere sul punto di arrendersi di fronte alle difficoltà che la assillano. Non ha un lavoro, non può pagare le bollette, e per di più il tribunale le ha dato torto nella causa per un incidente d’auto di cui è rimasta vittima a pochi minuti dall’inizio del film. Disperata, Erin va da Ed, l’avvocato che l’ha difesa, e lo supplica di darle un lavoro nel suo studio, un’occupazione qualunque. Incaricata di archiviare le vecchie pratiche, Erin s’imbatte per caso in alcuni referti medici contenuti in un fascicolo di tutt’altro argomento. Incuriosita dalla presenza di quelle carte, la ragazza comincia a leggerle, per poi accorgersi del motivo: si tratta di un abile sistema per coprire un gravissimo caso di avvelenamento delle acque. Erin vuole andare sino in fondo, dimostrandolo.

Con la scusa della donna giusta nel posto giusto, il regista Steven Soderbergh mette insieme un film di denuncia tratto da una storia vera che ha colpito gli abitanti di una piccola cittadina in California, che si sono ammalati a causa della contaminazione delle falde acquifere ad opera di una importante e spregiudicata compagnia americana.

THE DAY AFTER TOMORROW – L’ALBA DEL GIORNO DOPO (2004)

Dalla cronaca vera alla distopia.

Diretto da Roland Emmerich, maestro del cinema catastrofico, The Day After tomorrow ci proietta in un futuro poco lontano per mostrarci le conseguenze estreme del cambiamento climatico.

il paleoclimatologo Jack Hall (Dennis Quaid) si scontra con il vicepresidente degli Stati uniti. Lo studioso è, infatti, convinto che il surriscaldamento climatico, responsabile di una serie di eventi climatici straordinari, dalle tempeste di neve in India ai tifoni che si abbattono su Los Angeles e alle piogge tropicali che stanno sommergendo New York, stia per causare lo scioglimento dei poli. Cosa che provocherà una nuova imminente glaciazione…

Gli effetti visivi sono spettacolari, ma non sono loro il cuore della pellicola.

Il film non ci gira troppo intorno e fa venire i brividi, mettendoci in guardia sugli effetti devastanti del riscaldamento globale. 

WALL-E (2008)

Capolavoro firmato dalla Pixar e dal regista Andrew Stanton, Wall-E racconta la storia di un piccolo robot incaricato di pulire un pianeta Terra abbandonato.

Siamo nel 2105 e il livello di inquinamento è altissimo, con la superficie terrestre ormai completamente ricoperta dai rifiuti.

Una grande azienda commerciale ha preso in mano il governo del mondo, ha costruito una flotta di grosse navi spaziali con lo scopo di trasferirvi l’intera umanità. Intanto sulla Terra, quelli come Wall-E (Waste Allocation Load Lifter - Earth-Class, traducibile come Sollevatore di carichi per l'allocazione dei rifiuti - serie terrestre), un esercito di robot meccanici, hanno il compito di fare pulizia, compattando i rifiuti in cubi.

Nel 2805, è rimasto solo il nostro protagonista, metallo affamato d’amore…

Un film da vedere e rivedere, commovente e spaventoso al medesimo tempo, pura poesia calata nella fantascienza.

La Disney Pixar affronta di petto il tema della catastrofe ambientale, provocata dall’insostenibile stile di vita dell’uomo, che anche nella navicella spaziale dove si è rifugiato per sopravvivere replica i suoi errori, non è in grado di comunicare se non tramite schermi e consuma cibo e bevande sino all’estrema obesità.

Critica verso la cultura consumistica, ma anche nei confronti di una tecnologia che potrebbe, nostro malgrado prendere il sopravvento.

Un film attualissimo e disarmante.

AVATAR (2010)

Anno 2154. L’ex marine Jake Sully accetta di essere inviato sul pianeta Pandora, a 44 anni luce dalla Terra, in una missione di esplorazione.

Sul pianeta Pandora vive la popolazione dei Na’vi e si trovano ricchi giacimenti di Unobtanium, riserve di energia necessarie alla Terra, in emergenza energetica dopo una catastrofe ecologica…

tutti i tempi, primo tassello di una saga e di un franchise che ha scalato la classifica mondiale quanto a incassi.

Avatar non è solo la pellicola che ha segnato la nascita del cinema moderno a tre dimensioni, è soprattutto un manifesto ecologista, anche se la Terra, desolata e destinata all’estinzione, non viene mostrata mai.

Ancora una volta dal cinema arriva un monito.

Con la nostra insaziabile fame di energia, abbiamo devastato il pianeta.

Una Terra in rovina a causa della sovrappopolazione, del terrorismo nucleare, delle guerre ambientali, di uno sviluppo intollerabile, della deforestazione.

Poi, certo, c’è quell’Eden che è Pandora, ci sono gli Avatar e le epiche battaglie a rendere il tutto meno intollerabile. Il cinema, ancora una volta, ci regala una metafora sulla necessità di proteggere il nostro pianeta.

DON’T LOOK UP (2021)

La laureanda in astronomia Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence) e il professor Randall Mindy (Leonardo DiCaprio) fanno una straordinaria scoperta: una cometa in orbita all’interno del sistema solare è in rotta di collisione con la Terra.

Il problema però è un altro: a nessuno interessa!

nell’ufficio dell’indifferente presidente Orlean (Meryl Streep) e alla stazione di un vivace programma del mattino condotto da Brie (Cate Blanchett) e Jack (Tyler Perry). Ma anche catturare l’attenzione del pubblico ossessionato dai social media prima che sia troppo tardi sembra impresa impossibile.

Satira della società di oggi, Don’t Look Up di Adam McKAy, con la scusa della comicità, prova a farci riflettere su ciò che stiamo tutti sottovalutando.

In soccorso arriva mezza Hollywood con un cast stellare, che trasforma la pellicola in un cult, anche per la sua capacità di far discutere su argomenti importanti, delicati, di stringente attualità.

Manifesto per la lotta ai cambiamenti climatici, vero e proprio atto d’accusa nei confronti dell’egoismo della politica e del mondo dell’informazione ad essa piegato.

La risata si strozza in gola, si prova quasi un certo fastidio di fronte a chi fa finta di non vedere o di non capire dinnanzi a questioni più che serie, più che vitali, perché quell’indifferenza è la nostra.

CONCLUSIONI SU CINEMA E AMBIENTE

Questi film, attraverso storie emozionanti e immagini potenti, ci invitano a riflettere sul nostro rapporto con l’ambiente.

Il cinema vuole essere uno strumento fondamentale per promuovere la consapevolezza e l’azione per la sostenibilità, ispirando le generazioni a proteggere il nostro fragile pianeta. Sicuramente è una cassa di risonanza, che speriamo non rimanga inascoltata.

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