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Film a episodi in 5 esempi

18-07-2024

La struttura cinematografica dei film a episodi è molto cara in Italia.

Film a episodi: l'espressione designa una struttura cinematografica articolata in più parti, dette appunto episodi, ciascuna delle quali rappresenta un’entità narrativa indipendente. In Italia, questa struttura è molto cara, ma non è stata un’invenzione originale, bensì una rielaborazione di esempi precedenti, come lo statunitense Se avessi un milione del 1932, otto episodi di sette registi diversi tra cui Ernst Lubitsch, e il francese Carnet di ballo del 1937) di Julien Duvivier, specialista della struttura.

Da noi, tuttavia, il film a episodi ha costituito un genere nel quale il cinema nazionale si è specializzato, al punto di realizzarne ben 14 nel solo 1964, anno nel quale un film ad episodi nostrano, Ieri oggi domani di Vittorio De Sica, vinse l’Oscar per il miglior film straniero.

In un periodo di crescente richiesta di film italiani, culminato nel 1962, anno in cui il prodotto nazionale incassò il 52% del totale, il film a episodi si rivelò spesso un buon investimento, in quanto consentiva di sfruttare la popolarità di una star impiegandola in una partecipazione significativa, ma anche di mettere a frutto il breve periodo libero di un bravo regista o di saggiare le possibilità di un esordiente. Permetteva inoltre di assecondare quella velocità di commento a caldo, spesso satirico, sugli avvenimenti e sulle questioni di attualità, nel quale si stava specializzando la cosiddetta commedia all'italiana, e di esaltare la tendenza italiana alla storiella breve.

Tante le tendenze e i capolavori. Proviamo a ripercorrere la storia del film ad episodi attraverso cinque indimenticabili titoli.

I MOSTRI (Dino Risi, 1963)

Regista unico, due grandi interpreti. Venti episodi anche brevissimi sui difetti degli italiani affidati a Vittorio Gassman e a Ugo Tognazzi. Film cult della commedia all’italiana, ritratto spietato e a caldo dell’Italia del boom.

Nel periodo di maggior benessere e spensieratezza apparente che l’Italia abbia mai vissuto, il tempo del boom economico degli anni Sessanta, Dino Risi ha avuto l’acutezza di capire e dichiarare che non solo i mostri erano in mezzo a noi, ma in molti casi eravamo proprio noi.

Mentre in Italia il film a episodi ha prevalentemente utilizzato la forma della commedia di costume arrivando a costituirne una formula privilegiata, più diversificato è stato l’uso che di questa struttura narrativa si è fatto in altre cinematografie, come dimostra il prossimo titolo.

LE CINQUE CHIAVI DEL TERRORE (Freddie Francis, 1965)

Anche per i generi horror e fantastico, il film a episodi ha costituito una formula vincente. Racconti inquietanti e del terrore sono stati spesso inanellati all’interno di strutture circolari o a cornice, come ne Le cinque chiavi del terrore di Freddie Francis.

Nello scompartimento di un treno, il lugubre dottor Shock, grazie alla lettura delle carte, predice ai suoi cinque compagni di viaggio - un architetto, un capofamiglia, un trombettista, un critico d'arte e un medico - quale sarà il loro futuro.

Primo antologico realizzato dalla Amicus, concorrente inglese della più celebre Hammer, questo film ad episodi vanta un cast artistico memorabile (da Christopher Lee a Peter Cuscing, da Donald Sutherland a Michael Gough) e si rifà apertamente ai fumetti EC Comics degli anni Cinquanta.

La cornice è un semplice espediente per tenere insieme cinque segmenti completamente autonomi.

CARO DIARIO (Nanni Moretti, 1993)

Tra i rari e riusciti film ad episodi usciti tra gli anni Ottanta e Novanta figura Caro Diario di Nanni Moretti.

Tre episodi: In vespa, Isole, Medici.

Nel primo, Nanni Moretti gira per una Roma deserta ad agosto in Vespa. Nel secondo va a trovare il suo amico Gerardo alle Eolie alla ricerca dell’ispirazione per il suo film. Nel terzo racconta la sua malattia attraverso i medici che lo hanno visitato. Nell’insieme una storia personale e insieme una commedia all’italiana ancorata alla critica di costume.

Moretti usa se stesso alla stregua di una caricatura per scatenare commozione e risate amare. Una sequela di episodi a se stanti in cui si ride di gusto e con intelligenza.

FOUR ROOMS (Allison Anders, Alexandre Rockwell, Robert Rodríguez, Quentin Tarantino,1996)

Quattro registi per un unico film, ad episodi naturalmente. A tenerli insieme, lo spazio e il tempo: il vecchio e un tempo lussuoso hotel di Los Angeles “Mon Signor” durante la notte di San Silvestro, con Ted (Tim Roth), neo assunto fattorino, alle prese con un tragicomico servizio.

Nel primo episodio, alcune streghe utilizzano la suite dell'albergo Mon Signor ad Hollywood per tentare di resuscitare la loro dea Diana, strega dai poteri straordinari. Nel secondo, Ted si trova davanti a Sigfrido, un uomo in mutande con una pistola e a sua moglie Angela, legata e imbavagliata, che "festeggiano" a loro modo l'imminente Capodanno. Nel terzo, un tipaccio in abito da sera e sua moglie, per festeggiare l'anno nuovo, decidono di uscire e per 500 dollari affidano a Ted l'incarico di controllare ogni tanto due bambini terribili. Nell’ultimo, tre amici, per divertirsi, decidono di fare una scommessa: uno di loro dovrà accendere la fiamma di un accendino dieci volte di seguito senza mai sbagliare.

Cast all star (Madonna, Antonio Banderas, Bruce Willis, Quentin Tarantino e molti altri) e un finale a sorpresa.

MANUALE D’AMORE (Giovanni Veronesi, 2005)

Film a struttura sequenziale. Gli episodi sono narrati uno dopo l’altro, ma sono legati tra loro, attraverso un finale a sorpresa e circolare. Pellicola corale, nata da un’idea dello sceneggiatore e scrittore Vincenzo Cerami: quattro frammenti di vita sentimentale per raccontare l’innamoramento, la crisi, il tradimento e l’abbandono.

I titoli dei capitoli parlano chiaro, il tono è ovunque a metà strada tra dramma e commedia, riflessione e risata. Tracce di verità si insinuano qua e là, l’intreccio è imbastito con maestria e gli interpreti, una squadra di mattatori nostrani per tutte le età, fa il resto.

Già due sequel e il desiderio di rispolverare la struttura ad episodi tipica della commedia all’italiana. Tante possibilità, tanti generi. Strutture diverse e una tendenza nel presente, che molti effetti ha avuto anche in televisione.

Gli episodi tendono ad essere meno autonomi e ad intrecciarsi, nonostante sia sempre il tema il vero filo rosso che li tiene uniti. Più gli episodi si intrecciano, più il film ad episodi si trasforma in qualcos’altro. Così Ex di Fausto Brizzi, un film che parte quando l’amore tra Cenerentola e il Principe Azzurro si incrina. Non un film a episodi propriamente detto, ma con una struttura alla Love Actually, in cui il tema unifica un universo di storie che si intrecciano tra loro.

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