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08-03-2021
Tra gli anni Sessanta e Settanta la RAI ne ha prodotti a tonnellate.
Oggi le chiamiamo miniserie, ma c’è stata un’epoca d’oro in cui il loro nome era sceneggiati.
Tra gli anni Sessanta e Settanta, la RAI ne ha prodotti a tonnellate. Ispirati a criteri didascalici, divulgativi e pedagogici, essi palesavano una marcata matrice teatrale: scenografie essenziali, prevalenza di interni e molto dialogo.
Si era soliti distinguere tra teleromanzo (sceneggiato tratto da un’opera letteraria) e originale (inedito) e per un ventennio queste fiction divennero un vero e proprio fenomeno nazionale.
Sono molti gli sceneggiati italiani famosi entrati nella storia della televisione. Ve ne proponiamo sette famosissimi, capaci di farsi amare anche all’estero e di entrare nel mito.
Tratto dall'omonimo romanzo di Archibald Joseph Cronin, diretto da Anton Giulio Majano, considerato uno dei padri del teleromanzo italiano, questo celebre sceneggiato portò sul piccolo schermo la storia di un giovane medico scozzese, Andrew Manson (interpretato da Alberto Lupo), inviato a lavorare in un villaggio minerario del Galles.
Clamoroso caso di divismo televisivo e sceneggiato tra i più riproposti in assoluto dalla Rai.
Liberamente ispirato all'omonimo romanzo scritto da Vamba nel 1907 e pubblicato inizialmente a puntate sul Giornalino della Domenica, è stato uno sceneggiato da prima serata.
Otto le puntate (in onda il sabato sera), dirette – nientemeno – da Lina Wertmüller. Musiche di Nino Rota e uno straordinario successo per Rita Pavone, alle prese con lo scanzonato Giamburrasca.
C’è ancora Anton Giulio Majano alla regia e si tratta di un altro adattamento (liberamente tratto dall’omonimo romanzo storico di Robert Louis Stevenson). "La freccia nera" è stato uno degli sceneggiati di maggior successo della televisione italiana e ha appassionato generazioni di spettatori.
Molti più gli esterni, rispetto alla media, per raccontare una storia a lieto fine ambientata durante la Guerra delle Due Rose. Tra gli interpreti: Aldo Reggiani, Loretta Goggi, Arnoldo Foà, Gianni Musy.
Atmosfere indimenticabili e una Roma quasi esoterica. Senza mezzi termini, uno dei più affascinanti sceneggiati prodotti dalla Rai. Cinque puntate seguite con grande coinvolgimento e pathos da milioni di telespettatori. Un originale gotico, mistery e fantastico, una storia di spionaggio ambientata in una Roma notturna ed insolita, difficile da dimenticare.
Bravissimo Ugo Pagliai, nel ruolo di Edward Lancelot Foster, uno studioso di Byron. Strepitosa quanto misteriosa Carla Gravina. "21 aprile 1817, notte, ore 11. Esperienza indimenticabile, luogo meraviglioso, piazza con rudere di tempio romano, chiesa rinascimentale, fontana con delfini, messaggero di pietra, musica celestiale, tenebrose presenze"... e non diremo di più.
Remake della fortunata miniserie televisiva "A for Andromeda" prodotta dalla BBC, "A come Andromeda" ha più di un primato. Tra i pochi sceneggiati di fantascienza dell’epoca, mescola scifi e spionaggio e non ha utilizzato alcun effetto speciale.
In un futuro prossimo, un radiotelescopio capta un segnale dalla costellazione di Andromeda che, una volta decodificato con un supercalcolatore, porterà alla costruzione di un impianto e alla nascita di una giovane donna che sembra essere il tramite con gli abitanti di Andromeda… Fonte di ispirazione di molti film (basti pensare a "Contact") e serie tv a venire, questo sceneggiato diretto da Vittorio Cottafavi sembra davvero girato con grandi mezzi e invece… si regge solo su una buona sceneggiatura.
E chi se lo dimentica "Sandokan", quattro anni di riprese per Sergio Sollima e una produzione grandiosa. Alla base i romanzi di Salgari, per raccontare le avventure del pirata Sandokan (Kabir Bedi), meglio conosciuto come "la tigre della Malesia".
Criticato perché considerato un prodotto troppo leggero negli anni Settanta, rivalutato poi, questo sceneggiato fu un trionfo di pubblico, capace di generare una versione cinema in due puntate e trasformarsi in cult.
Regia di Franco Zeffirelli per il kolossal Rai più replicato tra Pasqua e Natale. Le sue 5 puntate ebbero un successo internazionale e ancora oggi, In Italia e all’estero, è considerato il miglior sceneggiato di sempre. Merito anche di uno script pregevole realizzato a più mani, in collaborazione con Suso Cecchi D'Amico, Masolino D'Amico, Anthony Burgess e David Butler.
La vita e i miracoli di Gesù tratti dal Vangelo e da alcuni racconti apocrifi e un Gesù Cristo reso indimenticabile grazie al volto di Robert Powell.
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