il nostro blog
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05-10-2021
Una riflessione a più voci sull’uso che facciamo del cellulare.
Quattro episodi e un tema unico, come ai tempi della miglior Commedia all’italiana. "Selfiemania", che uscirà in sala a partire dal 7 ottobre, è una riflessione a più voci sull’uso che oggi facciamo del cellulare e, in particolare, sul nostro rapporto con i social e con i selfie.
L’episodio dal titolo "Temper Tantrum" è firmato dal regista Francesco Colangelo, docente del corso di Regia dell’Accademia Griffith.
In attesa di vedere il suo nuovo lavoro al cinema, ci siamo tolti più di una curiosità, a partire dalla scelta del titolo.
I temper tantrum, così li chiamano gli inglesi, sono gli scatti d’ira che hanno i bambini fino ai cinque anni, non semplici capricci, ma veri e propri eccessi di rabbia. Mi faceva sorridere pensare che anche le mie protagoniste avessero reazioni simili.
"Temper Tantrum" è uno dei quattro episodi che compongono "Selfiemania". Come è nato il progetto e con quale intento?
L’idea è venuta all’attrice Elisabetta Pellini ed è subito stata accolta dalla Stemo Production di Roma. Tra i registi figurano anche Elisabetta Pellini, la regista austriaca Elly Senger-Weiss e a Willem Zaeyen. Si ride, ma si ride storto, perché l’argomento è molto doloroso. Siamo, in un modo o nell’altro, tutti vittime della santificazione della nostra immagine. Deleghiamo a dei perfetti sconosciuti e al loro gradimento la riuscita e la qualità della nostra vita. Parlarne mi premeva molto, si tratta davvero di una nota dolente del mondo moderno.
Il film è una co-produzione internazionale tra Italia, Austria (Elly Films) e Russia. Il particolare il tuo episodio è ambientato in Russia. Cosa dobbiamo aspettarci da "Temper Tantrum"?
Il mio episodio è stato prodotto dalla Stemo Production di Claudio Bucci e dalla casa di produzione russa Odysseya – Cinema di Fyodor Krat. La troupe con cui ho girato era interamente russa, eccezion fatta per il Direttore della Fotografia Gianni Mammolotti. Italiani invece il montatore Marco Spoletini e The Niro, autore delle musiche che accompagnano l’episodio.
Quanto alla storia, è tutta al femminile. Una famosissima e giovanissima blogger, che ha milioni di followers, incontra casualmente una capitana d’industria italiana, una donna un po’ più grande d’età, di grande esperienza e anche lei di grande bellezza.
Sono due donne belle e potenti, interpretate magnificamente dall’attrice lituana Ieva Andrejevaité e da Caterina Murino. Con il pretesto di contendersi un uomo, il toy boy di Caterina, si scontrano sul terreno della gestione del potere, ognuna di loro vuole dimostrare all’altra che è la più potente.
Una rappresenta il vecchio mondo, un vecchio modo di fare i soldi, con il duro lavoro; l’altra cavalca invece le tendenze della modernità, fa altrettanti soldi semplicemente mostrando la propria immagine. Naturalmente, lo scontro sarà titanico e una delle due soccomberà.
Oltre ad una spietata ed esilarante critica al nostro rapporto simbiotico con il cellulare, il tuo episodio riflette amaramente anche sull’uso della forza che deriva dal potere, e non è un caso se le protagoniste sono donne. È così?
Assolutamente. Finché anche le donne reitereranno modalità maschili della gestione del potere cadranno nei medesimi errori. Le donne saranno capaci di costruire un mondo nuovo solo disinnescando la competizione e gestendo con dinamiche diverse il potere, vero male del mondo.
Oltre alla bravissima Caterina Murino, una delle più amate bond girl di tutti i tempi, e non solo, e all’altrettanto brava Ieva Andrejevaité, hai lavorato con un cast davvero stellare. Ce ne parli?
Il citato toy boy è una pop star famosissima, ha milioni di followers e vive a Los Angeles. Con Alex Sparrow era persino difficile passeggiare per strada, tanto è amato in Russia dalle ragazzine. Inoltre, ci sono due partecipazioni importantissime, due camei a cui tengo molto. Oleg Taktarov, uno dei più grandi attori russi viventi, che ha interpretato nella sua carriera molti straordinari cattivi di Hollywood, fa il tassista; Giorgio Colangeli è invece il padre di Caterina Murino, lo vediamo solo nel video di un cellulare, ma la sua presenza è importantissima per la narrazione.
Come ne “I Mostri” di Dino Risi, come ai tempi d’oro della Commedia all’italiana. Il tono è ironico, non senza amarezza. O sbaglio?
Proprio così. Abbiamo voluto riprendere quel filone che ha regalato tanti successi al nostro cinema. Come allora, “Selfiemania” è un film ad episodi ad alto tasso satirico che, attraverso la risata, ha l’intento di mettere in scena una profonda critica sociale.
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