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La suspense in 5 film (di Hitchcock, ovviamente)tutti gli articoli

Suspense

08-06-2020

La suspense è una strategia di coinvolgimento dello spettatore.

Meccanismo antico come la narrazione, la suspense è una strategia di coinvolgimento dello spettatore formidabile.

Nessuno l’ha mai saputa spiegare meglio di Alfred Hitchcock, che ci ricorda che se c’è una bomba sotto a un tavolo è meglio che sia solo il pubblico a saperlo.

Si ottiene semplicemente negando un'informazione ai personaggi in scena. Informando, invece, lo spettatore. Se lui comincia a desiderare di avvisare i personaggi il gioco è fatto, perché scattano tensione ed empatia.

La sorpresa dura un attimo, ci dice sempre il maestro del brivido. La suspense può durare quanto ci pare, anche un film intero.

Vediamo come funziona attraverso 5 esempi, tratti da celebri pellicole di Hitchcock, ovviamente.

NODO ALLA GOLA (1948)

Si può sviluppare un meccanismo di suspense all'interno di un racconto in cui non sembra accadere nulla al di fuori dell'ordinario? Con Nodo alla gola il maestro ci dimostra che è possibile.

Noi sappiamo che c’è un cadavere nell’appartamento dove gli assassini stanno tenendo un party, gli invitati sono invece ignari. Si mangia e si chiacchiera in questo esperimento in piano-sequenza, eppure la tensione è palpabile dall’inizio alla fine.

Il cadavere nascosto in un antico baule e usato come tavolo da buffett è rimasto nella storia del cinema, come l’arma del delitto: una corda che ci tiene con il fiato sospeso.

LA FINESTRA SUL CORTILE (1954)

Alfred Hitchcock ci spiega come funziona la suspense grazie ad una scena da antologia. La scena in cui Lisa (Grace Kelly) decide di intrufolarsi nella casa dell’assassino. Jeff (James Steward) guarda Lisa, scorge prima di lei l’assassino e ha paura. "Oh Dio quello l’ammazza!", "Oh Oh… che facciamo, cosa possiamo fare?", sono le sue parole.

Se La finestra sul cortile è uno dei film in cui Hitchcock ha meglio dimostrato le dinamiche e le implicazioni psicologiche della suspense, questa è la sua scena più riuscita, perché inquadra e filma quella sensazione di angoscia che coglie lo spettatore quando si rende conto quanto siano importanti i personaggi di un film per lui. Li guarda come se li vedesse per la prima volta, come Jeff guarda Lisa in questo straordinario momento di cinema.

L’UOMO CHE SAPEVA TROPPO (1956)

Anche la sequenza alla Royal Albert Hall fa capire perfettamente il meccanismo. Hitchcock informa lo spettatore a film non ancora iniziato, qualcosa di importante accadrà al suono dei piatti di un'orchestra.

Scena dopo scena, il pubblico scoprirà che un killer è stato assoldato per uccidere un primo ministro durante un concerto, e lo sparo avverrà in concomitanza di quel suono.

Quando il concerto inizia, il pubblico sa già ogni cosa, ma nessuno sulla scena è stato informato.

PSYCHO (1960)

Una settimana di lavoro e 78 inquadrature per realizzare 3 minuti tra i più celebri della storia del cinema. La scena della doccia crea ad ogni visione una straordinaria inquietudine, anche grazie ai suoi interminabili secondi di suspense.

Nuda, vulnerabile, immersa in un’azione quotidiana, Marion Crane (Janet Leigh) è l’ultima a vedere l’assassino. Attraverso una tendina trasparente, la sua immagine deformata colpisce nello stomaco lo spettatore ben prima che sia il suo coltello a fare a pezzi la vittima.

GLI UCCELLI (1963)

Il pericolo viene dal cielo ed è familiare. Questa volta, Sir Hitchcock ci serve una lezione di suspense all’esterno della scuola di Bodega Bay. Melania (Tippy Hedren) arriva alla scuola e poi si siede ad aspettare accanto a un parco giochi.

Mentre fuma, i corvi iniziano a radunarsi dietro di lei. Il pubblico li vede arrivare uno alla volta, poi tutti insieme, mentre Melania è inconsapevole. La tensione sale, arriva al suo culmine e quando esplode la violenza siamo già esausti.

 

 

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