Prima di un film, delle sue immagini e dei suoi suoni, c'è un'idea. Questa idea si deve articolare, precisare, definire. Deve inoltre prendere forma in una storia fatta per essere raccontata attraverso le immagini. Hitchcock considerava un film ben sceneggiato come un film già fatto. Il lavoro dello sceneggiatore ha infatti una funzionalità innanzitutto pratica: indica i materiali di produzione necessari, i luoghi dove dovranno avvenire le riprese, il numero di attori e di comparse da utilizzare, il ricorso o meno a effetti speciali, i tempi necessari alla lavorazione e il denaro che occorrerà per la realizzazione del film.
Obiettivo del corso di sceneggiatura: imparare a scrivere per il Cinema (e per la TV) e diventare sceneggiatore a tutti gli effetti. Naturalmente, senza la pretesa di regalare a nessuno le principali doti di uno sceneggiatore: talento, immaginazione, piacere di raccontare. Esperienze, osservazioni, impressioni, ricordi e sogni. Uno sceneggiatore ne deve possedere da vendere. Oltre ad una buona dose di umiltà accompagnata da una quantomeno sufficiente fiducia in se stessi. Premessa necessaria prima di affermare che tutto il resto si può imparare.
Potrai acquisire le lettere alfabetiche del linguaggio cinematografico e le modalità di combinazione delle stesse. Apprenderai i principi basilari della drammaturgia, le più importanti tecniche narrative. Svilupperai le tue capacità di concepire ed esprimere personaggi e di scrivere un copione. Imparerai a mantenere e intensificare l’interesse, l’empatia, il coinvolgimento e la piena partecipazione dello spettatore. Solo allora potrai perderti nel mare grande delle regole, delle formule, delle prescrizioni e delle ricette. Ci si dovrà perdere, per poi ritrovare la strada attraverso la loro infrazione. Attraverso una, solo allora immaginabile, anarchia della fantasia.
La nostra scuola di sceneggiatura cinematografica e televisiva mira a fornire tutta una serie di strumenti per avvicinarsi alla stesura di uno script, anche grazie al supporto di esercitazioni pratiche, prove valutative e all’analisi dei testi realizzate durante l’anno dai corsisti. Una teoria al servizio della pratica, e tutta una serie di informazioni sulla situazione cinematografica italiana contemporanea: condizione produttiva e possibilità di avviamento alla professione. Non si tratta quindi di un semplice workshop, ma di una percorso completo.
Contattaci: la nostra Scuola di Sceneggiatura ti aspetta!
Domande e risposte:
1. Qual è l'obiettivo del corso di Sceneggiatura a Roma?
L'obiettivo del corso è imparare a scrivere per il Cinema e per la Televisione e conoscere i segreti dello sceneggiatore.
2. Quali strumenti vengono forniti durante il corso di Sceneggiatura?
Durante il corso vengono forniti tutti gli strumenti per imparare a scrivere sceneggiature di cortometraggi, lungometraggi e serie tv.
3. Qual è la durata del corso di Sceneggiatura a Roma?
Il corso ha una durata di 1000 ore totali, 500 di lezione e 500 di esercitazioni al di fuori delle lezioni. La frequenza dipende dalla fase dell'anno, ma è in media 3/5 giorni a settimana.
4. Cosa si impara durante il corso di Sceneggiatura?
Durante il corso impererai le tecniche necessarie per scrivere una sceneggiatura finalizzata alla realizzazione in collaborazione con gli studenti degli altri corsi.
5. Come posso richiedere ulteriori informazioni sul corso di Sceneggiatura a Roma?
Per richiedere ulteriori informazioni, è possibile compilare e inviare il modulo presente sulla pagina e il nostro Staff risponderà al più presto.
Come diventare Sceneggiatore? Scopri il programma
In breve, una sintetica scaletta degli argomenti che verranno trattati dal docente durante il master di Sceneggiatura:
- DALL’IDEA ALLA PREPARAZIONE
Apprendimento delle principali fasi di stesura di uno script: idea e tema, soggetto e trattamento, scaletta e scalettone. Ma anche: schede dei personaggi, striscioline di carta e grandi lavagne. Tagline, logline e pitching. La preparazione è quella fase in cui tutto prende forma. Una fase ideativa in cui è necessario cominciare a coinvolgere gli altri, comunicando nel modo corretto le nostre idee.
- LA SCRITTURA CINEMATOGRAFICA
Scrivere una sceneggiatura. Forme e modi di scrittura. Impostazione tecnica di uno script. Un testo in codice codificato che va redatto nel modo corretto, utile per comunicare la bontà della nostra storia per immagini, reperire fondi, far partire la macchina produttiva e pianificarne necessità e costi. Una scrittura insolita, ibrido tra parola e immagine, che implica grande competenza tecnica e conoscenza di diversi linguaggi.
- IL LINGUAGGIO CINEMATOGRAFICO
La scena, prima di tutto. Ma anche la sequenza, la scena sequenza, il piano sequenza e le inquadrature. Lo sceneggiatore pianifica regia, fotografia e montaggio, veste i personaggi, li cala in un contesto e ipotizza la colonna sonora del film (musica, silenzi, rumori e parole). Conoscere tutti gli aspetti del linguaggio cinematografico è essenziale per scrivere uno script.
- LA NARRAZIONE CINEMATOGRAFICA
Cosa raccontare e come raccontare. Come rapportarsi all’idea e imparare a drammatizzare per immagini. Differenza tra letteratura e drammaturgia, tra lettura e visione. Lo sceneggiatore non racconta, mette in scena, attraverso un linguaggio narrativo che affonda le sue origini nel teatro greco classico. Un linguaggio che ha le sue regole, una propria grammatica. Lettere alfabetiche che è possibile apprendere per poi ricomporre in un discorso coinvolgente ed efficace.
- LA STRUTTURA
Da Aristotele a Syd Field: far propria la struttura, ovvero la costruzione di una trama per immagini. Partendo dalla struttura classica, quella che mira dalla notte dei tempi a soddisfare le esigenze dello spettatore, attraversando strutture più moderne e anticonvenzionali, l’obiettivo è cogliere il presente della struttura, sfaccettato e complesso, per tentare nuove strade. Per farlo è necessario l’apprendimento delle principali composizioni drammaturgiche giunte sino a noi: classica, antistrutturale, corale, episodica, a puzzle, antilineare, plurilineare, a nastro di Moebius, a due, tre, quattro o cinque atti.
- NODI DRAMMATICI
Quattro sono le storie, affermava Borges, per tutto il tempo che ci rimane continueremo a narrarle, trasformate. Analisi dei principali conflitti e delle loro variazioni, individuazione dei più importanti nodi drammatici, dall’evento dinamico al climax del terzo atto, passando per il mid point.
- LA GESTIONE DEL TEMPO E DELLO SPAZIO
Tra le tante arti che deve apprendere uno sceneggiatore: muoversi nel tempo e nello spazio. Montaggio ellittico ed elisse narrativa. Ordine, durata e frequenza. Tempi morti, ritmo e densità. Unità di tempo e di spazio: il cinema rinchiuso in una stanza. Dal tempo lineare ai più labirintici tempi della modernità.
- MECCANISMI DI DRAMMATIZZAZIONE, OVVERO LA GESTIONE DELLE INFORMAZIONI
Apprendimento dei principali meccanismi di drammatizzazione, dalla suspense al conto alla rovescia, dal colpo di scena al foreshadowing. Informare, o non informare, il pubblico e i personaggi cambia tutto in termini di coinvolgimento. Pistole di Cechov, semine e raccolte, false piste e saper prendere il pubblico per la gola. L’ironia drammatica e il presagio della catastrofe: quando lo spettatore ne sa più del personaggio. Principi e applicazioni, tra suspense, sorpresa e mistero.
- IL PERSONAGGIO. MOTORE, CUORE E ANIMA
La caratterizzazione dei personaggi, ovvero l’arte di saper dar vita ai personaggi. La trama è un materiale freddo, si costruisce. Caldi sono i personaggi, ma quelli si debbono semplicemente conoscere, ma si tratta di un’impresa spesso trascurata e non da poco. Esposizione dei caratteri tra aspetto fisico, background e personalità. Strumenti di caratterizzazione: dal contesto all’aspetto, dalla scelta alla ferita. Complessità, motivazione e statura del personaggio.
- IL DIALOGO
Funzioni e tecnica del dialogo. Telefonata in avanti e gestione della parola. Voce over, voce fuori campo e scritte. In un contesto in cui a prevalere è l’azione, la parola va gestita con cautela ed è l’ultimo tra gli strumenti drammatici. Specificità del dialogo cinematografico e televisivo. Uno strumento di caratterizzazione, prima di tutto, che deve sempre avere più di uno scopo. Caratteristiche ed errori ricorrenti. Imparare a far parlare i personaggi.
- I PRINCIPI DELLA DRAMMATURGIA
Solo l’osservazione di ciò che è stato fatto ci permette di stabilire cosa ha funzionato e cosa no in termini drammaturgici. Ma, non essendo in presenza di una scienza esatta, anche i principi della drammaturgia vanno presi con la giusta cautela. Alcuni non sono mai stati infranti, con altri ci siamo presi maggiori libertà. Impadronirsi di queste regole è necessario per scrivere una storia per immagini e, soprattutto, per tentare di farlo in maniera originale. Il principio delle unità, della compattezza, del crescendo e dell’esposizione visiva, solo per citarne alcuni.
- IL CORTOMETRAGGIO
Il corto non è semplicemente un lungo breve, ma una forma di narrazione a se stante. Principali differenze strutturali e narrative di una sceneggiatura cinematografica in base alla sua lunghezza. I limiti del cortometraggio e la sua essenza, tra personaggi senza psicologia e potenza espressiva. Per chi comincia, l’apprendimento ha inizio qui, in una palestra in cui libertà e semplicità si fondono con le armi del mestiere.
- UNO SGUARDO ALLO SPETTATORE
Nozioni generali di tecnica e di linguaggio in relazione alla percezione spettatoriale, nel tentativo di conquistare il nostro spettatore ideale. L’esperienza cinematografica e televisiva tra comprensione, memorizzazione, anticipazione e identificazione. Analisi degli strumenti indispensabili per catturare l’attenzione dello spettatore e agganciarlo fino alla fine. Eliminare la noia, produrre emozione.
- L’ADATTAMENTO
Quando l’idea non è originale e il cinema rifà sé stesso (remake) e le altre arti (adattamento o riduzione). Una piccola guida alla trasposizione del già detto e del già fatto tra riuso, citazione e ampliamento. Elenco delle principali procedure dell’adattamento (sottrazione, espansione, appropriazione, drammatizzazione, etc.). Dal libro al film. Dal film alla serie. Dalla realtà alla finzione.
- SCRIVERE PER LA TELEVISIONE
I formati delle serie tv. Scrivere per il piccolo schermo, ovvero strutturare in serie. Dal concept alla Bibbia, passando per il project format. Teaser, cliffhanger, si fa memoria e ritorno dell’identico. Imparare a strutturare un mondo e una mitologia. Il personaggio televisivo e il tempo a disposizione. Evoluzione del racconto televisivo: quality tv e complex tv. Scrivere per la tv generalista, per la pay e per quella in streaming. Il mercato delle serie e dei programmi televisivi: vendere la propria idea.
- IL MESTIERE DELLO STORY EDITOR
Correggere se stessi e gli altri. Una professione in crescita tra cinema e tv. Imparare a correggere gli errori degli altri per diventare editor di se stessi. Analisi dei principali problemi presenti nelle prime stesure di uno script. Saper riconoscere il sintomo e individuare esattamente il problema, correggerlo e rivedere il tutto.
- ESERCITAZIONI PRATICHE E REVISIONE DEI LAVORI DEI CORSISTI IN CLASSE
Altre materie obbligatorie del corso:
- Parte generale del programma di Regia.
- Prime 3 parti del programma di Montaggio.
- Parte generale del programma di Fotografia.
- Parte generale del programma di Produzione.
- Storia, analisi e critica del Film.
- Linguaggio Audiovisivo.
Il numero delle ore riservato alle singole materie varia a seconda della fase dell'anno accademico e delle decisioni prese di volta in volta dal collegio dei docenti in funzione del raggiungimento degli obiettivi formativi.
PERIODO:
Annuale. Da gen. 2025
DURATA:
1000 ore
FREQUENZA:
3/5 giorni a settimana
Durata, frequenza e orari del Corso di Sceneggiatura a Roma
Contattaci per conoscere il costo del corso alla scuola di Sceneggiatura a Roma. In ogni fase dell'anno sono previste agevolazioni, anche in base alla formula di rateizzazione prescelta.
I Corsi Annuali hanno una durata complessiva di 500 ore di lezione + 500 ore di esercitazioni pratiche (distribuite anche nell'arco delle settimane in cui non si svolgono le lezioni).
Durante le ore di esercitazioni pratiche, gli allievi - dietro preliminari direttive del corpo docenti e della Direzione, organizzati in gruppi di lavoro e troupe, al di fuori degli orari di lezione - fanno uso dei locali e delle attrezzature dell'Accademia per svolgere le esercitazioni assegnate dai docenti e realizzare i propri lavori.
Le lezioni si svolgono in 28 settimane comprese tra gennaio e dicembre, 3/5 giorni alla settimana, in orari generalmente compresi tra le ore 09:00 e le ore 18:00.
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Proseguono le iscrizioni per l'a.a. 2025: ultime disponibilità, richiedi la preiscrizione gratuita. Prenota subito il tuo posto!
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